Antonio Stradivari c. 1730 (1727)
"VESUVIUS"
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Il “Vesuvius” appartiene all'ultimo periodo di produzione di Stradivari ma,
nonostante il leggendario liutaio cremonese avesse ormai superato gli ottant'anni d'età e le sue mani non fossero più in grado di supportarlo con la precisione insuperata della maturità, ha mantenuto una qualità timbrica degna degli strumenti del “Periodo d'Oro”. Pare che lo strumento debba il suo nome al liutaio parigino Ernest Maucotel, che glielo attribuì nel secolo scorso, intorno alla seconda metà degli anni '30. Sono purtroppo poche le informazioni in nostro possesso sul passato di questo violino. Ad un certo punto ha lasciato l'Australia per tornare in Europa intorno al 1920. Nel 1930 fu venduto dai Fratelli Hill di Londra a Ernest Maucotel che lo “battezzò” “Vesuvius”, prima di venderlo nel 1937 al violinista russo Jan Hambourg, un allievo dell'illustre compositore e violinista belga Eugène Ysaÿe. L'anno successivo lo strumento fu acquistato dal violinista spagnolo Antonio Brosa, un membro del quartetto Pro-Arts. Il 28 marzo 1940 A. Brosa diede avvio alla sua carriera internazionale esibendosi con questo violino in un concerto al Carnegie Hall di New York. Nel 1968 il violinista e compositore inglese Remo Lauricella entrò in possesso del “Cremonese” e lo lasciò in legato alla Città di Cremona poiché desiderava che tornasse nel posto in cui era stato creato. Successivamente alla morte di R. Lauricella, occorsa il 19 gennaio 2003, la Città di Cremona iniziò una campagna di raccolta fondi per pagare le tasse relative alla preziosa eredità ed assicurarsi lo strumento. Grazie alla risposta entusiasta della popolazione e degli appassionati del settore, la cifra richiesta fu raggiunta e il 3 novembre 2005 il violino lasciò l'Inghilterra e giunse a Cremona, dove lo si può tutt'oggi ammirare, insieme agli altri pregiati strumenti della collezione “Gli Archi di Palazzo Comunale”.
text by Alessandra Barabaschi
nonostante il leggendario liutaio cremonese avesse ormai superato gli ottant'anni d'età e le sue mani non fossero più in grado di supportarlo con la precisione insuperata della maturità, ha mantenuto una qualità timbrica degna degli strumenti del “Periodo d'Oro”. Pare che lo strumento debba il suo nome al liutaio parigino Ernest Maucotel, che glielo attribuì nel secolo scorso, intorno alla seconda metà degli anni '30. Sono purtroppo poche le informazioni in nostro possesso sul passato di questo violino. Ad un certo punto ha lasciato l'Australia per tornare in Europa intorno al 1920. Nel 1930 fu venduto dai Fratelli Hill di Londra a Ernest Maucotel che lo “battezzò” “Vesuvius”, prima di venderlo nel 1937 al violinista russo Jan Hambourg, un allievo dell'illustre compositore e violinista belga Eugène Ysaÿe. L'anno successivo lo strumento fu acquistato dal violinista spagnolo Antonio Brosa, un membro del quartetto Pro-Arts. Il 28 marzo 1940 A. Brosa diede avvio alla sua carriera internazionale esibendosi con questo violino in un concerto al Carnegie Hall di New York. Nel 1968 il violinista e compositore inglese Remo Lauricella entrò in possesso del “Cremonese” e lo lasciò in legato alla Città di Cremona poiché desiderava che tornasse nel posto in cui era stato creato. Successivamente alla morte di R. Lauricella, occorsa il 19 gennaio 2003, la Città di Cremona iniziò una campagna di raccolta fondi per pagare le tasse relative alla preziosa eredità ed assicurarsi lo strumento. Grazie alla risposta entusiasta della popolazione e degli appassionati del settore, la cifra richiesta fu raggiunta e il 3 novembre 2005 il violino lasciò l'Inghilterra e giunse a Cremona, dove lo si può tutt'oggi ammirare, insieme agli altri pregiati strumenti della collezione “Gli Archi di Palazzo Comunale”.
text by Alessandra Barabaschi